lunedì 23 settembre 2013

Parco Menegozzi, polemica sul costo del ricorso legale

Nuovi sprechi per le spese legali, quando lo stesso bene potrebbero averlo in uso gratuitamente!

IL GAZZETTINO DOMENICA 22 SETTEMBRE 2013

Lorenzo Padovan
Aviano. Soltanto una settimana fa, il sindaco Stefano Del Cont Bernard aveva dichiarato che il Comune di Aviano non avrebbe speso un solo euro in più per la questione dell'esproprio del parco di Villa Menegozzi, che una perizia ha valutato tre volte tanto quanto l'ente locale aveva già liquidato al privato. Secondo i tre esperti che hanno redatto la stima, il costo è di 1,2 milioni di euro e non i 380mila che sono stati versati. Ora, però, l'amministrazione comunale ha deciso di ricorrere in appello, affidando all'avvocato Sergio Gerin di Pordenone, il compito di difendere l'ente locale, evitando un esborso che di questi tempi potrebbe mettere in ginocchio le casse pubbliche, col risultato più probabile che alla fine si rinunci all'acquisizione del bene, lasciandolo nelle mani del privato, il quale tuttavia ha già annunciato di non aver cambiato idea e di essere ancora disposto a metterlo gratuitamente a disposizione della comunità fatte salve le attività istituzionali della sua azienda, che sfruttava il compendio come zona di rappresentanza. Il costo dell'incarico al professionista pordenonese è stato stimato in circa 16mila euro. E ieri qualcuno dell'entourage di Bruno Carraro, titolare della Domovip, e proprietario di palazzo Menegozzi (e fino a qualche mese fa pure del parco) faceva notare l'immediata contraddizione in cui sarebbe incorso il sindaco che garantiva sul fatto che i cittadini non avrebbero pagato nulla per veder riconosciuto la bontà della posizione pubblica nella vicenda. In ogni caso, i motivi che hanno portato la Giunta a ricorrere sono molteplici, ma soprattutto la mancata unanimità della perizia. Dei tre professionisti che l'hanno redatta, due (quello del privato e quello nominato dal Tribunale) avevano concordato una cifra finale, mentre il terzo (indicato dal Comune) sosteneva che il prezzo già pagato fosse congruo, salvo qualche aggiornamento rispetto alla recente valorizzazione del patrimonio arboreo. E' su questa discrepanza che si fonda la volontà degli amministratori di chiedere al Tribunale di riformulare la propria posizione.


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